Fabrizio Bartelloni nasce a Pisa, dove vive ormai da un numero sufficiente di anni da ricordarsi di quando i brontosauri giravano liberi nei prati. Ha fatto studi giuridici e in omaggio alla sua schizofrenia esercita attualmente sia la professione di avvocato difensore che quella di magistrato onorario della pubblica accusa, con comprensibile sgomento dei suoi clienti. A dispetto della sua straordinaria maturità e saggezza non ha ancora accettato l'idea che ci sia una sola vita da vivere e che Catwoman sia solo un personaggio dei fumetti. Combatte così l'impari lotta col tristo
mietitore dedicandosi a innumerevoli attività e interessi, fra cui spiccano la scrittura, la lettura, il cinema, l'enologia e l'atletica leggera da divano. Ama viaggiare perché é convinto che solo conoscendo e scoprendo ciò che non ci assomiglia si possa riuscire a capire qualcosa in più di noi stessi e di chi ci sta attorno. Nella sua rubrica si propone di raccontare in modo serio e accurato ciò che ha scoperto durante le sue piccole o grandi fughe verso l'Altrove. E di non riuscirci.
L'idea sarebbe quella di fare tutta una tirata fino alla metropoli gianduiotta, ma dopo otto minuti di viaggio siamo tutti affamati come naufraghi e con le vesciche gonfie come pentolacce, e così ci fermiamo all'Autogrill, catena già famosa per aver dato i natali al panino più cattivo del mondo, quel famigerato Fattoria che ha ormai sostituito il carbone nelle minacce per bambini ("se sei cattivo la befana ti porta un fattoria"), e che ora vende a sei euro dei sandwich dove il prosciutto crudo, come l'acqua su Marte, è stato visto per la prima volta solo grazie al telescopio Hubble.
...In ogni caso il primo giorno di sci trascorre bene, a parte che la Cristaudo, con la memoria ferma al polso fratturato dello scorso anno, scia con la prudenza di un cieco sulle strisce e tenta di abbattere a colpi di bastoncino chiunque le passi a meno di un metro e mezzo di distanza, anche se in coda per la seggiovia...
Quando il mio editore romano mi ha proposto di organizzare una presentazione di "Frammenti", la mia prima antologia di racconti, nella loro libreria, ho accettato subito. In effetti, conoscendo nella capitale sì e no otto persone (di cui tre detenute a Rebibbia, ndr), sarebbe stata legittima qualche esitazione in più, ché una presentazione a cui rischi d'essere presente il solo autore, la su' mamma (nel mio caso peraltro assente stante la distanza) e due zoccole venute a cercare un po' di caldo e riscuotere qualche credito, non può propriamente definirsi "un successo", ma l'idea di trascorrere un fine settimana nella città eterna in prossimità delle feste natalizie era troppo seducente.
Se c'è qualcuno a cui il detto "una ne fa e cento ne pensa" calza a pennello, questo è senz'altro lo staff di MdS Editore. Chiunque s'imbatta, per scelta o per destino, nella irrequieta pattuglia capitanata da Sara Ferraioli, infatti, si trova ben presto risucchiato in un vortice d'iniziative, eventi, premiazioni e presentazioni, aperilibri, cene letterarie, visite museali, incontri con gli autori, cacce ai poeti, tiri allo scrittore e duelli all'alba a colpo di tomi da cinquecento pagine nella testa.
Frequento l'Argentario più o meno da tre anni, ossia da quando la mia amica Cristina ha iniziato a invitarmi nella sua casa di Porto Santo Stefano (che è uno dei motivi per cui siamo ancora amici, ndr). Quest'anno non avevo ancora approfittato, ma poi, complice una depressione da rientro a livello Prozac e il desiderio di non compromettere la mia fama di scroccone, ho deciso di sfruttare l'ultimo rantolo di vita di quest'estate made in China e concedermi un fine settimana sulle coste maremmane. Ho quindi vinto la fiera ostinazione del lavoro, fatto i bagagli in fretta e furia, ignorato l'allarme meteo, caricato il mio amico Francesco e alle dieci di Venerdì sera ero sul bel terrazzo vista mare della nostra ospite ad accompagnare un piatto di penne agli scampi con generosi fiotti di Est!Est!Est! di Montefiascone