Il desiderio ardeva così tanto da bruciare le tappe prima ancora della realizzazione. E, così, saliva improvviso l’odore pungente e inconfondibile che rimanda alle scuderie.
Sapete chi ho conosciuto sabato scorso?
Domanda sciocca: certo che non potete saperlo!
Era una donna dal viso dolce e determinato, un’ucraina trapiantata in Svizzera, un medico che ha preconizzato direttive e suggerimenti alimentari che solo oggi, alla luce della crescita esponenziale di obesità e malattie cronico degenerative, i vari enti deputati al check nutritivo hanno divulgato e raccomandato.
Dopo tre meravigliose settimane d’indiscusso primato, i miei 57kg -faticosissimamente sudati- hanno ceduto al nemico: l’aumento di peso
Io odio stare ferma!
Detesto rimanere inattiva e cedere ai pericoli dell’immaginazione malsana derivante dalla noia.
Per ora sono arrabbiata: colma d’ira fino alle punte dei piedi, intrisa di sdegno anche nei capillari, immersa in vasche di collera. Se rimanessi distesa in questo mare furioso potrei facilmente farmi sommergere, affogare in vortici di rancore senza desiderare ossigeno per il mio petto.
Si dice scalata o arrampicata?
Ho studiato con curiosità la differenza tra i due termini ma, ad essere onesta, non sono riuscita a divincolarmi ancora tra loro.
Non oso immaginare il momento in cui gli riaprirò la porta del box e non si rivedrà di fronte la sua compagna: saranno giorni tragici. E io non riuscirò a trovare un modo per consolarlo della perdita della sua “piccola bambola”.
Guardare il cielo da due spesse lenti scure. Scrutare le danze delle nuvole che intrappolano raggi prepotenti di un sole che non vuole arrendersi al secondo posto. Sbattere le palpebre per un apri e chiudi di finestre affacciate su un azzurro pastellato di grigi cangianti, sfumati dal vento che soffia adirato. Seguire i contorni mutevoli di figure spruzzate di sale e vederci le forme più strane di oggetti e di corpi.
Avete presente le ciliegie candite? Proprio quelle rosso caramello che si usano per decorare le torte?
Beh, io le adoro! Le ho sempre sgraffignate dalle fette delle mie sorelle e di quanti non le apprezzano. De Gustibus…Effettivamente, credo di non averle mai comprate - io amo preparare i dolci ma non sono affatto una perfezionista!- e, quindi, ogni volta che i loro led ipnotizzano le mie papille/pupille non posso fare a meno di accaparrarmele, pur rovinando le opere d’arte di esteti pasticceri!
Parlano le mie ginocchia sbucciate e gonfie, i mie pantaloni sgualciti, le mie braccia indolenzite.
E pensare che avevo sgraffignato gli elastici a mia sorella -il mio taglio a la garçonne non li ritiene utili!- per fare la treccia corvina migliore che mi sia mai venuta!
Due ruote con copertoni sottili e raggi d’acciaio; carrozzeria essenziale, elegante; manubrio ampio con campanello dal suono retrò; faretto a dinamo e catarifrangenti che spiccano; catena in simbiosi con due pedali larghi; nero lucido, bianco latte.